Questo racconto di mare inizia alle Isole Eolie, tra quelle sette sorelle vulcaniche baciate dal vento salso a Nord Est della Sicilia.
Era proprio l’estate di qualche anno fa, quando un gruppo di turisti in crociera avvistò con grande stupore un gigante marino: era un giovane capodoglio maschio che nuotava nelle acque blu cobalto dell’arcipelago, con la sua enorme testa e il soffio alto di un respiro affannato.
Siso, così venne chiamato in seguito, aveva una rete da pesca che ne avvolgeva la pinna caudale, ne tratteneva il nuoto e fatalmente lo intrappolava.
Intervenne la Guardia Costiera che in parte riuscì a liberarlo dalla mortale spadara, ma Siso scomparve tra i flutti del mare.
Capo Milazzo è un promontorio a poche miglia dalle Isole Eolie, uno di quei posti dove ci si inerpica per vedere la bellezza del mondo dall’alto, dove i tramonti colorano gli emersi vulcani di tutte le tonalità dell’arancio e il mare si veste di immensità.
E’ qui che la corrente aveva trasportato il capodoglio ormai morto, lasciando tutti in paese meravigliati per il fantastico ritrovamento ma convinti nel liberarsi di quell’ingombrante sagoma.
Un giovane biologo, che quelle acque e le sue creature conosceva e amava, non si arrese e pensò che l’imponente carcassa doveva essere recuperata
Così per settimane, Carmelo, che diede il nome al capodoglio in ricordo del suo caro amico che lo aiutò in questa avventura e che morì improvvisamente proprio in quei giorni, raggiunse l’impervia baia dove Siso si era ancorato per prenderne l’ossatura di 10 metri e riscattarlo finalmente dal letale attrezzo da pesca e dalla grande quantità di plastica rinvenuta nello stomaco che lo avevano soffocato.
Oggi, lo scheletro alato di Siso, custodito al Muma, il Museo del Mare, nell’antico Castello di Milazzo, è divenuto una metafora di rinascita del mammifero spiaggiato, attraverso le cui vertebre ci si ritrova a immaginare il mare, dalle cui impressionanti falangi ci si riconosce uguali e dalla cui mandibola dentata si rintraccia la storia antica di questi straordinari predatori marini.
Il Muma non è solo un museo, è uno spazio attivo ed interattivo, un luogo di tutti, in cui alla suggestiva contemplazione dei resti del capodoglio si affianca la prova dell’attività distruttiva dell’uomo, dove si mescolano arte e scienza, volontariato e divulgazione, educazione e protezione del mare.
Il Siso-Project ha portato alla nascita di un vero e proprio Museo del Mare: il “MuMa Milazzo” in collaborazione con il Comune di Milazzo e l’Università degli studi di Messina. È un museo dove l'interdisciplinarietà guida il desiderio di trovare nuove formule e soluzioni per la corretta relazione uomo ambiente.
È possibile prenotare la visita guidata del MuMa chiamando il +39 3807641409 (anche WhatsApp) o scrivendo a info@mumamilazzo.com (con possibilità di fare laboratori didattici o altre attività in base all'età dei visitatori): in italiano o inglese (durata 2 ore circa).
Ogni giorno il Biologo Carmelo Isgrò e l’oceanografa americana Carolyn Berger accompagnano decine di studenti di tutte le età, interi gruppi e classi scolastiche (dalla scuola materna alla scuola superiore).
In più è possibile effettuare anche l’Escursione lungo i sentieri di Capo Milazzo (es. quello che scende alla Piscina di Venere)